giovedì 22 marzo 2012

l'antidoto del nostro caro GIUSEPPE GIRARDI

l'allegria, il sorriso, gli atteggiamenti positivi, tesi a non lasciare che gli stati d'animo si lascino appesantire dalla realtà...
buoni propositi, prospettive di future felicità, mozioni di intenti che possano rappresentare la realizzazione dei nostri sogni...
belle parole, che pur significano qualcosa, come monito per alimentare progetti e conseguenti realizzazioni, che, finchè restano in ambito teorico, trovano tutta la loro realtà, proprio come un'ottima propaganda, da perseguire fino alla sacralizzazione dell'elezione del solito candidato, guitto o seriamente impegnato, vittima della solita eterogenesi, al primo confronto con l'agone politico, fitto di interessi della più diversa provenienza.
se nei progetti dell'umanità tutta intera, si possono ancora agire elementi condizionanti, derivati da una moltitudine di individui in stato di soggezione, di sofferenza, non sembra questo, un ottimo motivo di reazione, al fine di esercitare quella stessa eterogeneità, su politiche a sfondo esclusivamente economico, che dell'economia dei più, si disinteressa pressocchè totalmente?
riprendiamoci la libertà, il diritto, la possibilità di influire sull'agenda politica, di questo o quel governo, di cui non se ne comprende la differenza, agendo in tutti i modi, anche quelli che la legge considera illegittimi.
non è una semplice questione formale, piuttosto, si tratta di aspetti immediatamente pratici, dove sia possibile e attuabile, un'inversione delle prospettive future, che non ci devono vedere vittimizzati al solo scopo di contribuire, più o meno passivamente, alle manchevolezze della finanza, legale o no, con il risultato di passivi esercenti di doveri, completamente defraudati di quei tanto strombazzati diritti, umanitari e non, che dovrebbero ancora rappresentare i capisaldi della democrazia, dell'equa distribuzione della ricchezza, della dignità e della giusta partecipazione alla vita pubblica, con tutte le ricadute di carattere socio-culturali.
parole, parole che, per una volta, non vogliono essere la solita rappresentazione dell'arte retorica, piena di contenuti, svuotati di valore e di efficacia, se non ne agìamo le prerogative, in termini fattivi e concreti...
il luogo materiale, oltre quello virtuale della rete, torna ad essere la piazza, come realtà in cui, proprio attraverso l'incontro e il libero confronto, ci si possa conoscere e riconoscere, fino all'espressione di un nuovo progetto politico, da imporre al potere, che, per una volta, e magari per sempre, non scelga al nostro posto, sulla nostra pelle, ma che realizzi i progetti della moltitudine, quella che, con il sorriso e l'allegria, trova ancora la forza per aggregarsi, questa volta, con lo scopo di non far festa, ma di fare la festa all'ancienne regime...
saluti a tutti

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