martedì 10 aprile 2012

Invito a partecipare all’iniziativa che avrà luogo MARTEDÌ 17 APRILE 2012, ORE 10,30 – 12,30 davanti al CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE TORINO, VIA ALFIERI 15

UNIAMO I NOSTRI SAPERI, LE NOSTRE PROFESSIONALITÀ, IL NOSTRO
IMPEGNO SOCIALE PER CHIEDERE ALLA GIUNTA REGIONALE DEL
PIEMONTE LE RISORSE INDISPENSABILI PER GARANTIRE:
le cure socio-sanitarie previste dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) e
confermati da recenti sentenze come diritti pienamente e immediatamente
esigibili per:
 gli anziani cronici non autosufficienti
 i malati di Alzheimer e/o con altre demenze
 le persone con gravi handicap fisici invalidanti e/o intellettivi
 i malati psichiatrici cronici e alle persone affette da sindromi autistiche
gli interventi socio-assistenziali previsti dalla legge regionale 1/2004
 per le persone inabili al lavoro e prive dei mezzi necessari per vivere, specialmente se
sole e con minori a carico;
la garanzia degli attuali posti di lavoro del settore socio-sanitario
 pubblico
 della cooperazione sociale
 dei gestori privati
Difendere i diritti degli utenti di oggi, è difendere anche il nostro futuro: tutti
possiamo diventare non autosufficienti o avere un nostro familiare che lo diventa.
Chiedere che il Servizio sanitario regionale assicuri le risorse previste dai Lea per le cure
domiciliari, i centri diurni, le comunità alloggio, le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali)
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convenzionate con l’Asl, è anche difendere il posto di lavoro di migliaia di
operatori del settore socio-sanitario.
La Giunta Cota deve riservare la priorità dei finanziamenti alle prestazioni previste
dalle leggi (Lea) e deve garantire i fondi indispensabili per assicurare gli interventi
socio-assistenziali alle persone in difficoltà, specie se con minori a carico (legge regionale
sull’assistenza 1/2004).
LE RAGIONI DELL’INIZIATIVA - Sono circa 30mila i piemontesi malati cronici
non autosufficienti in attesa anche da più di due anni di ricevere le prestazioni
socio-sanitarie a cui hanno diritto in base ai Lea: cure domiciliari, centri diurni, ricoveri
convenzionati. Nella sola città di Torino la lista d’attesa è di oltre 12mila malati
cronici non autosufficienti (di cui 3500 per un posto convenzionato in Rsa e 8500
per le cure domiciliari), come è stato dichiarato dai Presidenti delle Uvg (Unità di
valutazione geriatrica) delle Asl di Torino, nella seduta del 16 febbraio 2012).
Le Asl e i Comuni non possono negare o ritardare l’erogazione dei Lea e le
relative prestazioni domiciliari, semiresidenziali (ad esempio i centri diurni per i soggetti
con handicap intellettivo grave) e residenziali, con il pretesto della scarsità delle
risorse economiche disponibili (Cfr. le sentenze n. 784 e 785/2011 del Tar della
Lombardia).
Ricordiamo che le vigenti norme nazionali consentono agli utenti di chiedere (e ottenere
con l’invio di richieste scritte) già adesso l’attuazione dei loro diritti per le prestazioni
semiresidenziali e residenziali.
NEL RISPETTO DELLE LEGGI VIGENTI LA GIUNTA COTA DOVREBBE:
1. vincolare un capitolo specifico del Fondo sanitario regionale con obbligo
per le Asl di finanziare le prestazioni socio-sanitarie previste dai Lea, con priorità
per le cure domiciliari;
2. finanziare il Fondo sociale per l’integrazione delle rette alberghiere degli
utenti con risorse personali insufficienti, in modo da assicurare le somme
necessarie ai Comuni per la parte di loro competenza in base alla legge;
3. garantire le risorse indispensabili al Fondo per le politiche sociali, previsto
dalla legge regionale 1/2004 ai Comuni singoli o associati che, a loro volta,
devono destinarle prioritariamente al finanziamento delle prestazioni socioassistenziali
individuate dalla legge regionale sull’assistenza e cioè: alle persone
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inabili al lavoro e prive dei mezzi necessari per vivere, agli adulti in difficoltà
economica specie se con minori a carico, alle persone con gravi handicap
invalidanti non avviabili al lavoro, agli anziani soli e in condizione di povertà.
4. investire sui servizi socio-sanitari e socio-assistenziali per:
 garantire immediatamente una quota sanitaria pari ad almeno 500 euro ai
congiunti disponibili a prendersi in carico un familiare cronico e non
autosufficiente;
 assicurare la frequenza a tempo pieno agli utenti dei centri diurni, in base
alle richieste dei familiari che ne fanno richiesta, al fine di mantenerli il più
a lungo possibile al domicilio;
 promuovere la realizzazione di gruppi appartamento e comunità alloggio
nell’ambito dell’edilizia popolare (la legge 179/1992 prevede la possibilità di
riservare fino al 15% degli alloggi per i casi sociali);
 incentivare l’utilizzo dell’istituto della concessione ai privati per la
realizzazione di nuove strutture semiresidenziali e residenziali e, quindi,
senza alcun onere per il settore pubblico;
 utilizzare le Rsa anche per la de-ospedalizzazione protetta degli anziani
cronici non autosufficienti al posto del ricovero (tre volte più oneroso)
nelle case di cura private convenzionate;
 riaprire i tavoli di confronto con tutti gli attori del settore socio-sanitario e
socio-assistenziale, compresi i rappresentanti dell’utenza;
 sostenere, secondo le priorità previste dalla legge n. 184/1983, con
finanziamenti mirati, i nuclei familiari d’origine dei minori, gli affidamenti
familiari e le adozioni difficili.
CHE COSA NON È ACCETTABILE NELL’OPERATO DELLA GIUNTA COTA
 Risparmi in sanità ottenuti con la riduzione degli interventi e il conseguente
drammatico aumento delle persone non autosufficienti in lista d’attesa e con la
messa in cassa integrazione di numerosi lavoratori dei gestori privati delle Rsa e
con il rischio della perdita del posto di lavoro di duemila operatori nel terzo
settore. La Giunta Cota ha dichiarato sui quotidiani un risparmio di decine di
milioni in sanità, ma non ha precisato dove sono stati tagliati gli sprechi. D’altra
parte è noto che le Asl, sin dal maggio 2010, hanno fortemente ridotto gli
interventi di loro competenza per i contributi ai familiari che accolgono un
congiunto non autosufficiente e hanno attivato assegni di cura solo per le
emergenze; hanno autorizzato pochissimi nuovi ingressi in comunità alloggio
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e/o nelle Rsa; hanno ridotto le frequenze dei centri diurni. Le cooperative sociali e
i gestori privati delle strutture residenziali a loro volta hanno denunciato ritardi nei
pagamenti, blocco dell’adeguamento delle tariffe e delle convenzioni per i ricoveri.
 Tagli dei finanziamenti al settore dell’assistenza sociale dovuti anche
all’ardire della Giunta Cota che ha rinunciato al risarcimento di 200 milioni di euro
riguardanti le quote latte a cui aveva diritto.
 Destinazione al settore socio-assistenziale solo delle risorse risparmiate
dalla sanità. Il settore socio-assistenziale deve poter contare su fondi propri, certi
e adeguati a soddisfare i diritti esigibili dei cittadini in difficoltà. Si ricorda che
l’On. Cota, ha più volte dichiarato sui mezzi di comunicazione che il comparto
del sociale è “blindato” e che “le politiche sociali verranno salvate dalla scure”
(cfr. La Stampa e La Repubblica del 28 settembre 2010).
 L’intenzione di chiedere ai familiari degli assistiti ultra 65enni non
autosufficienti o con handicap in situazione di gravità di integrare le rette.
La giunta Cota deve rispettare le norme vigenti sulla compartecipazione degli
assistiti approvate dallo Stato per tutelare i soggetti deboli e, nel contempo, per
impedire l’impoverimento delle loro famiglie. Si rammenta che prima dell’entrata
in vigore delle norme attuali, un documento predisposto dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, diffuso nell’ottobre 2000, aveva evidenziato come “nel corso
del 1999, due milioni di famiglie sono scese sotto la soglia della povertà a fronte del carico di
spese sostenute per la ‘cura’ di un componente affetto da una malattia cronica”. Ricordiamo
che la competenza della Regione in materia di sanità e assistenza riguardano
esclusivamente le persone che ricevono direttamente le relative prestazioni e non i
congiunti conviventi o non conviventi ai quali non sono forniti servizi. Inoltre è
lo Stato ad avere competenza esclusiva in materia di “Ordinamento civile” e cioè
nei riguardi dei rapporti anche economici fra persone (parenti e affini compresi) e
fra enti e persone.
Fotocopiato presso Csa, Via Artisti 36, 10124 Torino, 2 aprile 2012
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Informazioni - L’iniziativa del 17 aprile 2012 davanti al Consiglio regionale è promossa dal
Comitato promotore della 2^ petizione popolare, che ha consegnato finora circa 14mila firme al
Presidente della Giunta Cota per chiedere la destinazione prioritaria delle risorse alle persone non
autosufficienti (cfr. www.fondazionepromozionesociale.it). Al Comitato aderiscono oltre cento
organizzazioni di volontariato, ma è aperta a tutte le forze sociali che hanno a cuore i diritti delle
persone non autosufficienti e/o in difficoltà. Il presente documento è ancora provvisorio e ha lo
scopo di costruire una base comune di azione. Per informazioni e/o per collaborare rivolgersi alla
segreteria c/o Fondazione promozione sociale onlus, via Artisti 36, 10124
Torino,info@fondazionepromozionesociale.it; tel.011-812.44.69; fax 011 812.25.95. Grazie


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