lunedì 23 aprile 2012

le perle di saggezza del nostro caro Giuseppe : )

ore otto del mattino, tra via Maria Vittoria e piazza S. Carlo...un odore fetido, nauseante, che sa di stantio, di mortifero.
è un pò cio che accade, quando il corpo si spegne, oppure è gia trapassato, come privo di anima, di vita...
in questa società, le cose rischiano di andare a finire così, per inedia, indifferenza, come davanti al più allucinante spettacolo, di fronte al quale, per rassegnazione o per abitudine, non avviene più alcun sussulto.
Certo, nella reazione, possono agire diverse modalità, a volte di conflitto, a volte di meraviglia, comunque, di un qualche segno di vita, che manifesta la propria partecipazione, nel dissentire o nell'approvare.
Il nostro momento storico, per chi vuole accorgersi, trasuda di difficoltà, di buone occasioni per riprendere coscenza dei molti espedienti di assopimento, con cui, senza dover far uso di chissà quali sostanze, il torpore ha consentito il disastro a cui rischiamo di assoggettarci, come un male incurabile, rendendo cadavere lo stesso corpo sociale, ancor prima di spirare l'ultimo anelito di vita.
Quindi, quell'odore di stantio, di muffe puzzolenti, che sanno di morte, proprio come l'ignavia e l'accidia, peccati capitali, che, per perbenismo o per ignoranza, si sono insinuati nei gangli dei luoghi pubblici, agiti da poteri sinistri, che badano solo a sè stessi, mietendo vittime inermi, che fungono da cuscinetto per attenuare le sordide azioni di una classe dirigente, sempre più famelica e spietatamente ottusa.
Per la gente di strada, gente di sangue e carne, non resta che un fremito di reazione, che restituisca un minimo di dignità, che possa gettare un filo di speranza, oltre le più apparenti difficoltà, con l'intento di darci un ruolo, attivo e, direttamente proporzionale con la nostra passione, foriero di nuove prospettive, che portino con sè, il nuovo paradigma, di una società che riprende in mano le proprie sorti, adottando e proponendo prospettive totalmente opposte a quelle che i partiti e le classi dirigenti, tra consigli di amministrazione di banche, di società quotate in borsa, enti pubblici a fianco delle amministrazioni locali, associazioni e sindacati, giornalisti della carta stampata e dei media televisivi e radiofonici, in una specie di girone dantesco, si rimescolano e si riesumano vicendevolmente, cambiando tutto per non cambiare nulla, mentre il vero cambiamento ce l'abbiamo in mano noi.
Se riuscissimo a dettare, anche in minima parte, per un'iniziale esperimento, l'agenda politica, su temi di fondamentale importanza, come lo stato sociale, omnicomprensivo di tutte le questioni sul tappeto dell'attuale realtà sociale cittadina, che non sarà certo tanto diversa in tutte le altre città del nostro Paese, potrebbe essere un primo passo, ma importantissimo per il futuro, anche il più immediato, se non altro per restituire la sensazione, la palese percezione, che si può fare, a patto di crederci, fino in fondo, senza mollare, perchè perfettamente consapevoli di essersi ripresi la capacità di riappropriazione del nostro futuro e di quello delle generazioni successive.
Sullo sfondo, si pone la possibilità di recupero di una maggior partecipazione, anche dei giovani, così scoraggiati, disorientati, mentre, con un eventuale risultato, riusciremmo a dare un'iniezione di nuova fiducia, anche a queste nuove generazioni, senza dimenticare che, prima o poi, questi cosiddetti giovani, saranno la futura classe dirigente di questa società.
Se il buongiorno si vede dal mattino, cerchiamo di spazzare via quest'atmosfera così pesante, così nauseante, per ridare un pò di colore e di profumo a queste giornate di primavera...

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